Tanti Auguri Cari Impostori
10 anni di MoVimento 5 stelle
10 anni di imbarazzo Civile e Politico
10 anni di degrado Culturale e Sociale
Il M5s rappresenta l’ultima manifestazione di un degrado culturale devastante e forse irreparabile, rappresenta un sintomo che è anche (non da solo) patologia capace di originarne e rinnovarne altri. Questo tenendo sempre presenti le imponenti responsabilità delle classi dirigenti precedenti nei confronti di un dissesto che è appunto culturale ed economico e perciò ancora culturale; quella recessione che in fondo ha lasciato macerie fertili all’ascesa del funzionamento politico-sociale del Movimento.
Questo è stato il colpo di genio: tradizione e viralità virtuale, comizi classici e messaggi fatti di pixel, rapporto umano e comico sommato all’invasività dell’appuntamento di rete moltiplicato all’infinito; il tutto parallelo al supporto dei media tradizionali impegnati a rincorrere e diffondere – per dovere di cronaca – le gesta eclatanti del megafono Grillo e dei suoi ‘capetti’: insomma un pragmatismo adottato in ogni epoca ma riadattato acutamente a seconda della predominanza invasiva dei mezzi di comunicazione più contemporanei.
Come ogni religione che si rispetti: testi epici sommati a impianti scenici.
Prima del M5s, non si erano “mai” visti così tanti palchi con decine di teste mobili (fari a luce colorata) e strumenti musicali in contesti di comizio.
– Curioso costatare come l’uscita del primo iPhone, nel giugno 2007 (e dunque l’origine di tutti gli smartphone) corrisponda praticamente con il primo vDay dell’8 settembre 2007; dando così inizio all’epoca dell’informazione smart, corta e veloce; con la de-informazione.
In questo agire il M5s ha soddisfatto sia il bisogno primordiale-tribale della massa con relativa identificazione psichica degli individui, sia la necessità permanente di eccitazione tramite continua stimolazione ‘neo-ideologica’ di cui molti soggetti moderni necessitano per sentirsi vivi.
Come è riuscito a consacrarsi il M5s?
C’è riuscito manipolando il malcontento, sfruttandolo e indirizzandolo verso la cosiddetta ‘casta’ che effettivamente come tale s’è comportata, evadendo dalla responsabilità di rappresentare i gruppi sociali più deboli (questo spiega, ad esempio, l’enorme spostamento di voti “progressisti” verso il M5s alle elezioni del 4/3/2018).
C’è riuscito cavalcando spropositatamente la semplicistica induzione logica secondo la quale tutte le figure istituzionali sono colpevoli per definizione, sommariamente e superficialmente processate dal giudizio popolare, che spesso non è informato da un’adeguata conoscenza delle leggi né dalla sensibilità politica che permette di distinguere responsabili effettivi e non; un giudizio che è stato e che è corroborato dalle allusioni continue e dalle insinuazioni facili (e di facile presa) dettate dagli stessi vertici dal Movimento.
C’è riuscito facendosi “moda” e sfruttando la forza della novità insita nel codice propagandistico.
C’è riuscito tramite il web – che è strumento fondante del M5s per la sua universale accessibilità – concedendo a chiunque (a milioni) l’illusoria sensazione di poter diventare protagonista di un cambiamento rivoluzionario; soddisfacendo il narcisismo endemico del contemporaneo secondo la logica che essere in rete equivale a esistere.
In questo caso, il web è adottato anche come “macchina di forza retroscenica”:
“È una necessità fondamentale, per [i sistemi democratici], la esteriorità o “macchina della politica”: perché la forza risiede altrove ma deve restare il più possibile retroscenica; e ciò riesce meglio soprattutto se la “macchina” che è sulla scena mobilita al massimo l’attenzione e le passioni.”
[La natura del potere, Luciano Canfora, 2009]
/ Giuseppe Giusva Ricci _ Oscure Stelle _ /
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