Fenomenologia di Maria Carmela D’Urso detta Barbara – Nemici Pubblici – La serie

[…] la morale viene messa sotto sequestro da questa gentucola

– essi sanno qual è l’importanza della morale!

Con la morale l’umanità è menata per il naso nel modo migliore!

_ Friedrich Nietzsche, L’Anticristo, 1895 _

 

 

Maria Carmela detta Barbara (D’Urso) è l’esemplare ultimo, forse più rappresentativo della televisione basata su quel Grande Nulla che si maschera dietro il gossip, il sentimentalismo, lo sciacallaggio emotivo e sull’enfatizzazione morbosa della cronaca nera e rosa.

Forse troppo meridionale il suo nome di battesimo per l’esordio come showgirl, valletta e annunciatrice su Tele Milano 58 (poi Canale5 già di proprietà Fininvest e presieduta da Silvio Berlusconi) tra il 1977 e il 78, al fianco di altri esordienti che diventeranno figure importanti delle reti Mediaset quali Teo Teocoli, Massimo Boldi, Claudio Cecchetto e Claudio Lippi.

Come quasi ogni carriera femminile nel mondo della televisione contemporanea e d’intrattenimento, Carmela nel 1978 appare sul programma Stryx dell’allora Rete 2 (Rai 2) in una danza dei sette veli che la lasciarono in topless al pari di altre ragazze partecipanti alla trasmissione. La stessa Rai censura e sospende il programma e Carmela ma nel 1980 affianca Pippo Baudo nella quinta edizione di Domenica In. (La quinta edizione di Domenica In annoverava tra gli autori Antonio Ricci e la collaborazione di Beppe Grillo con i suoi monologhi a sfondo politico). In questa occasione la d’Urso si fa anche cantante, infatti la sigla di chiusura fu Dolceamaro, un brano appena inciso che oggi ci ritroviamo modernizzato in collaborazione con Cristiano Malgioglio.

La carriera è avviata, nel 1981 conduce assieme a Gianni Morandi la dicottesima edizione di Un disco per l’estatenella versione Saint Vincent, una canzone per la vostra estateche per alcuni anni sostituì quella originale.

In seguito a un paio di servizi fotografici in cui Carmela appare senza veli per le riviste Playboy e Playmen (quasi fosse un passaggio obbligato per qualsiasi donna voglia far parte dello Spettacolo), gli anni Ottanta e Novanta le saranno utili e formativi nel dimostrare la propria duttilità di donna dello Spettacolo a tinte rosa.

Dal debutto come attrice nella fiction La casa rossa (1981 Rai1), sarà una continua spola tra l’attività di conduttrice e attrice per entrambe i gruppi televisivi Rai e Mediaset. Nel 1994 conferma anche di appartenere anche alla categoria dei “giornalisti”, la Rai Eri le pubblica il libro La carne è debolecontenente diciannove interviste fatte ad altri personaggi e donne dello spettacolo inerenti conversazioni sull’erotismo e la sessualità.

Nel 1996 è la figura giusta per sostituire Marta Flavi (ex moglie di Maurizio Costanzo, quest’ultimo produttore del programma) per la settima edizione di Agenzia matrimoniale, che per l’occasione diventerà Agenzia, passerà da Canale5 a Rete4, andrà in onda solo il sabato pomeriggio (anziché dal lunedì al venerdì), e non si occuperà più solo d’individui in cerca dell’anima gemella (con tanto di appuntamenti combinati) ma anche di persone alla ricerca di lavoro.

Il primo vero successo e l’attenzione del “grande pubblico” arriva nel 1997 con la serie di Canale5 Dottoressa Giò (derivante dall’omonimo film trasmesso dalla stessa rete e in prima serata due anni prima) in cui interpreta come protagonista una ginecologa alle prese con le storie esistenziali e sentimentali delle sue pazienti diventandone figura di supporto e guida spirituale, il tutto dopo aver perso il proprio bambino nel sedare una lite tra un’altra donna incinta tossicodipendente e il proprio spacciatore e (ovviamente) dopo aver interrotto la relazione con un marito “donnaiolo”.

Il sentimentalismo “funziona”, e dopo la prima serie, nel 1998 sarà Dottoressa Giò 2, questa volta per Rete4. Dopo le due “Dottoresse” il personaggio è di fatto creato e Carmela diventa la donna dal cuore sensibile, capace e pronta ad ascoltare, comprendere e consigliare chiunque viva vicissitudini sentimentali e di normale esistenza.

I suoi ruoli d’attrice si susseguono sempre all’insegna della “donna” sofferente ma forte, nel 2000 è coprotagonista nella fiction di Rai2 Donne di mafiae nel 2001 interpreta il personaggio di Una donna scomoda(film per la tv) nel quale Carmela (in un piccolo centro dell’Italia del sud) denuncia tra mille dubbi il proprio datore di lavoro per molestie sessuali, e ovviamente quel gesto si pone come simbolico nel contrastare le omertà e le passività che dominavano nel contesto filmico in relazione alla “normalità” dei maltrattamenti.

Nei programmi che seguiranno la conduzione del Grande Fratello (terza, quarta e quinta edizione), Carmela si affermerà definitivamente (con Lei una puntata del Grande Fratello 4otterrà lo storico risultato di battere negli ascolti la contemporanea serata del Festival di Sanremo), e dopo le conduzioni di altri reality, Mediaset le offre il day-time, la fascia mattino-pomeridiana, e nel gennaio 2008 le affida la prima e seconda edizione di Mattino Cinque, il contenitore tipicamente infotainment che da circa le nove del mattino fino alle undici per cinque giorni su sette si dedica un po’ a tutto senza tralasciare la politica (con Maurizio Belpietro già direttore del settimanale Panorama, poi del quotidiano Libero, entrambi dell’area mediatica berlusconiana); con una media auditel superiore al 20% fu subito un successo e per Carmela è la proclamazione che la conduce alla presentazione e scrittura del programma pomeridiano di Canale5: Pomeriggio Cinque.

L’infotainment di Canale5 affidato a Carmela, anche con Mattino Cinquesvaria dalla cronaca nera a quella rosa passando per le inserzioni pubblicitarie e la conduttrice da il suo “meglio”, le espressioni del suo volto (diventate motivo d’ironia anche tra i social network) mutano a seconda dell’argomento e svariate volte sullo stesso contenuto, l’attrice gioca con l’emotività grazie alla capacità teatrale, usa i fondamentali del giornalismo per intervistare personaggi noti e casi umani dell’attualità… è un altro successo immediato.

Dal 2009 e per due stagioni le affidano anche Domenica Cinque ed è consacrazione definitiva. La logica dell’industria dello Spettacolo si attiva e la Mondadori (Fininvest) le pubblica libri autocelebrativi, costruttivi del personaggio e fidelizzanti per il pubblico televisivo: nel 2010 Più forti di prima, una raccolta d’interviste (estratte dai programmi tv già condotti dall’autrice) a donne che hanno vissuto esperienze di violenza domestico-sentimentale.

Nel 2011 con Tanto poi esce il sole – Come il dolore mi ha reso più forte, Carmela elabora una sorta di “messa a nudo” di se stessa (illusione della conoscenza-vicinanza  al personaggio) e si fa “guida spirituale” per le milioni di telespettatrici già dedite alla sue conduzioni televisive.

*Sinossi ufficiale Mondadori: Chi si metterà a leggere queste pagine, forse sarà un po’ spiazzato, almeno all’inizio. Forse non ritroverà subito la Barbara d’Urso che è abituato a conoscere dalla televisione e dai giornali. Imparerà invece a conoscere Carmelita, la bambina che ero, l’adolescente che sono stata, e poi la giovane donna che ha imparato a mordere la vita, a cadere, a rialzarsi, a fallire, a vincere.»
Barbara d’Urso non si era mai messa così tanto in gioco. Questo libro commovente e intenso porta alla luce le sue ferite più intime, i suoi dolori più segreti. Ma mai la sofferenza è fine a se stessa: in ogni pagina, anche la più tragica, passa una vena di forza, la spinta a reagire, a tirare su la testa, a guardarsi intorno e poi dentro di sé, e a sorridere. A tenere sempre viva la speranza che qualunque cosa accada, alla fine poi esce sempre il sole.

Nel 2012 Ma credo ancora nell’amore – Sopravvivere alle ferite del cuore. Sulla stessa falsa riga del precedente la Carmela adopera le esperienze di altre donne note creando una “simpatia” con le sue fan, anch’esse ovviamente quanto naturalmente “vittime” in qualche misura dei sentimenti amorosi.

*La stessa Mondadori descrive così il libro: In una casa al mare, Barbara d’Urso e le sue storiche amiche si fanno confidenze d’amore: illusioni e delusioni, passioni e tradimenti, ferite aperte e cicatrici nascoste. Mentre vanno avanti a parlare, cucinano, mettono a posto, insomma fanno altro: “perché la donna, per potersi permettere il lusso di chiacchierare, deve sempre anche lavorare”.
È in mezzo a queste storie, straordinarie eppure comuni, che Barbara d’Urso trova il coraggio di dire quello che non ha mai detto: “raccontare i miei amori, le storie importanti – pochissime -, le storie mancate, quelle sbagliate, quelle impossibili. Liberandole, finalmente, da quell’aura di gossip insopportabile con cui sono state malamente raccontate da altri, per renderle invece nella loro verità, molto più bella, molto più brutta, ma comunque vera. La mia verità. Tutte storie con un inizio fantastico, uno svolgimento complesso, e una fine drammatica. Perché difficilmente nelle vere storie d’amore, quelle delle donne che amano tanto – troppo? – c’è il lieto fine”.
Anche in questo libro però, come negli altri due suoi bestseller, in fondo a ogni storia, ad ogni sofferenza, spunta il sole, si vede la luce di una speranza. Con forza e ironia Barbara d’Urso cerca la strada per sopravvivere alle ferite del cuore e continuare ad amare, più forti di tutto e di tutti.

Nel 2013 Ecco come faccio, così descritto: È una delle domande che mi sento fare più spesso: ma come fai a essere sempre così in forma, energica, a rimanere così giovane?
È vero, un po’ la genetica mi aiuta… Ma ho imparato, anche grazie al mio dietologo Nicola Sorrentino, una serie di trucchi che mi permettono di non perdere il benessere e la linea nonostante una vita incasinata dagli impegni (e qualche trasgressione di cui non riesco a fare a meno…).
Ho i miei piccoli rituali da fare appena sveglia (mai sentito parlare del “saluto al sole”?) e le (piacevoli) regole per la colazione. Ho imparato i falsi miti sul pranzo fuori casa (attenti alle insalatone!) e che la pasta in fondo non fa ingrassare, se sai come cucinarla… Ho imparato perfino ad affrontare il gusto di un happy hour senza rovinarmi il giro vita, e a concedermi qualche salutare peccato di gola (il cioccolato e la mia adorata parmigiana di melanzane). Ho imparato anche che il cibo e i miei integratori possono essere un ottimo modo per curare la salute e fare risplendere la pelle e i capelli.
Col supporto scientifico del dottor Sorrentino, abbiamo elaborato un programma di due settimane per perdere almeno una taglia e prendere il giusto “passo” verso una vita sana, energica e in forma. E per le emergenze, le diete lampo: una “last minute” di tre giorni, quella disintossicante e quella per avere una pancia che più piatta non si può. Io le ho testate tutte, in momenti diversi della mia vita, e tutte mantengono le promesse.


Ancora nel 2013, Ti si legge in faccia – I segreti del linguaggio del corpo che ti cambieranno la vita. Descrizione:Volete chiedere a vostro marito di portarvi fuori a cena? Volete ottenere dal vostro capo un permesso speciale? Volete convincere i vostri figli a mandarvi un SMS per farvi dormire tranquilli? Sappiate che le parole contano pochissimo.
Dovete parlare con gli occhi, con le mani, con i gesti: così si risulta davvero convincenti.
È questo il “linguaggio del corpo” e non avete idea di come mi abbia cambiato la vita. Anzi, alla fine di questo libro l’avrete imparato e non vedrete l’ora di metterlo in pratica nella vita di tutti i giorni. A me l’ha insegnato Gianluca Liguori, la persona a cui ho chiesto di realizzare questo volume con me. Lui l’avrete già conosciuto nelle mie trasmissioni, si definisce “mentalist” perché è in grado di leggere la mente altrui e di condizionarla. E sapete qual è uno dei pilastri fondamentali del mentalismo? Il linguaggio del corpo, appunto.
C’è una canzone che ricordo di molti anni fa, una canzone per bambini. Diceva qualcosa del tipo: “Come sarebbe bello se le persone funzionassero come i semafori, chi dice una bugia s’illumina di rosso, chi dice la verità s’illumina di verde, sarebbe più facile riconoscere la gente leale”. Già, sarebbe molto più facile! Ebbene, il linguaggio del corpo ci aiuta proprio in questo senso: sarete circondati da semafori.
Perché con le parole puoi mentire, ma il corpo dice sempre la verità.

Dalle stesse presentazioni editoriali si comprende come Carmela e il sistema industriale televisivo-editoriale abbiano “lavorato” al fine di costruire l’aura utile e specifica di una donna “sensibile” e “capace”, “forte” e “impegnata”, che da personaggio televisivo è anche “vicino” alle persone (in questo caso la massa di telespettatori), il tutto attraverso tematiche ricorrenti (sentimenti ed esperienze).

Il personaggio “amica del cuore” e “consigliera”, una donna “normale” con i “problemi” delle donne comuni, a disposizione del suo pubblico, fermamente contro ogni forma di violenza sulle donne (dimenticando di essere praticamente da sempre, più o meno direttamente, a libro paga di un certo Silvio Berlusconi) e che merita quella fiducia e quell’affetto che si tramuta esclusivamente in audience e quindi ritorno economico nella vendita di spazi commerciale agli inserzionisti pubblicitari.

Una donna che con mille sguardi e diecimila mimiche di repertorio pieni d’interesse e teatrale attenzione eleva le parole che dagli studi televisivi raggiungono milioni d’individui già alle prese con la loro quotidianità. Dal gossip relativo alle vite di personaggi derivanti da altri programmi d’intrattenimento a quello permanentemente rinnovato dagli  accadimenti di cronaca, la conduttrice esaspera le normalità esistenziali e le spettacolarizza, rendendo fintamente utile il vuoto di contenuti.

Insomma la solita impostura di certi filoni dello Spettacolo, basata su un’illusoria vicinanza tra chi lo Spettacolo lo fa e chi lo subisce, passando, in questo caso subdolamente e furberscamente attraverso il sentimentalismo banale delle altrui esperienze fondamentalmente amorose… ovviamente comuni a praticamente tutti gli esseri umani. Ancora qualcuno (il personaggio) e qualcosa (il sistema mediatico), che conoscendo le caratterizzazioni dei riceventi le sfruttano e le soddisfano con contenuti mediocri ma enfatizzati, con stronzateinsignificanti alla formazione culturale del telespettatore anzi sempre più imbonito.

(Negli ultimi anni e dal 2012 la “nostra” Carmela, continua a condurre Pomeriggio Cinque per la sesta edizione consecutiva, Domenica Live,ealtri varietà anche estemporanei come Capodanno Cinque, fino a cristallizzarsi nell’ultimo periodo in onnipresenza con le conduzioni di Grande FratelloVip e l’ultimissimo Non è la D’Urso).

Con Non è la D’Urso Carmela tocca tutti i codici e i registri che da sempre la connotano raggiungendo un apice grottesco in cui tantissime figure dello Spettacolo Televisivo si avvicendano in studio (o in collegamento) creando una sorta di Blob volontario; in cui figli non riconosciuti si avvicinano ai genitori, in cui tradimenti passati vengono perdonati, in cui individui rifatti al silicone da capo a piedi si mostrano in tutta la loro gommosità, in cui si leggono in diretta risultati del DNA a stabilire una parentela, in cui ecografie di gravidanza e vari interventi per l’an-estetica sono prontamente ripresi dalle telecamere: in cui un nichilismo atroce serpeggia tra i non-contenuti, in cui il disprezzo per l’intelligenza e la fomazione culturale (utile) per gli individui che seguono ipnotizzati dai colori sgargianti e da esemplari femminili e maschili colmi di rimandi erotici si fa talmente palese da saturarsi fino allo scomparire nella ridicola sovraesposizione fotografica che infine è l’aura immateriale che connota la nostra amata conduttrice.

Sicuramente in grado di comprendere il funzionamento, la popolarità e la reddittività dei contenuti e delle tematiche inerenti la sfera emotiva degli esseri umani, Carmela si iscrive tra i Nemici Pubblici per la spudoratezza e i modi teatrali con i quali nel tempo ha inscenato un suo personale e soggettivo interesse e coinvolgimento emotivo nell’atto di diffondere l’impostura culturale che vuole le masse “osservanti” di schemi morali-valoriali in realtà quasi del tutto ignorati dal Sistema cui lei stessa appartiene (e propaga) che in realtà risponde solo a logiche di dominio culturale e dunque economico.

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